Vecchiaia, patrimonio
comune. (17-154)
La
vecchiaia è sconosciuta. L'ho già scritto.
Meglio:
è conosciuta solo dai vecchi, limitatamente agli anni di vecchiaia
che hanno vissuto.
Le altre età la ignorano completamente.
Arrivato
a 65 anni mi sono imposto di riflettere sull'età che vivevo.
Per esorcizzare la paura che mi provocava quell'età
sconosciuta, che immaginavo piena di dolore e dalla conclusione
tragica.
Ho
scoperto che i miei pensieri li trovavo anche in qualche libro sulla
terza età, che avevo cominciato a leggere.
Vale a dire: io
e quegli autori talvolta giungevamo alle stesse conclusioni.
Non
credo di essere un genio. Neppure ho alle spalle studi di psicologia,
sociologia, filosofia propri degli autori dei testi che leggevo.
Allora
perchè facevo le stesse riflessioni?
Semplicemente
perchè da vecchi l'esperienza di vita è così ampia da permettere
pensieri su se stessa, cosa che le altre età faticano a fare. Le altre età hanno
bisogno di esperti del settore che spieghino loro le loro vite.
I
vecchi no!
I
vecchi ci possono arrivare da soli.
Appunto
a causa della lunga esperienza di vita.
La
vecchiaia è un'esperienza comune dei vecchi (!).
Tutti i
vecchi hanno la possibilità di fare riflessioni congrue sulla loro
situazione.
La
vecchiaia è un'età privilegiata.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
)
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