11 giugno 2017

Più coscienza (17-089)

Più coscienza. (17-089)
Più volte la mia compagna ha detto che nella vita do troppa importanza al corpo.
Sia per la cura che metto nell'alimentazione, sia per i rimedi che metto in atto ogni volta che ho una malattia o una qualche perdita dovuta all'età.
Ha ragione.
La mia attenzione ai problemi fisici è preponderante, anche se nell'ultimo anno mi son dovuto confrontare con l'invecchiamento della psiche.

Tempo addietro avevo fatto questa riflessione: da giovani e nell'età di mezzo il corpo non si sente. L'individuo è un tutt'uno di corpo e mente.
Nella vecchiaia invece il corpo ... si sente
Vuoi perchè compare qualche dolore, vuoi perchè non ubbidisce alla volontà come dovrebbe (Albertazzi diceva: il corpo va per conto suo).
Mi chiedo se l'apparire del corpo nella vita del vecchio non abbia un significato profondo.
Nel giovane l'unità inscindibile di anima e corpo, in realtà nasconde il corpo.
I giovani è come se non avessero percezione del loro corpo. Lo usano, ma senza coscienza.
È da vecchi che il corpo si fa sentire, come se reclamasse un proprio ruolo. Come se chiedesse all'individuo:"Occupati di me!"

Se la vita è un lungo percorso verso una maggior consapevolezza di sè, del mondo, degli altri, allora arriva il tempo nel quale si deve prender coscienza del corpo.
Forse le malattie che arrivano in vecchiaia hanno questo significato.

O forse sto solo giustificando una mia mania!

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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