Al
deposito. (17-094)
Ho colto
questa conversazione fra due anziani al supermercato:
"Carissimo,
come stai?"
"Ah,
guarda, che piacere vederti! Da quanto tempo non ci vediamo! Meno
male che mi hai salutato tu, perchè alla mia età si è un poco
rimbambiti."
"Ma
quanti anni hai adesso?"
"Ormai
sono ottantasei."
"Complimenti,
devo dirti che hai una forma eccellente".
"Grazie,
ma a quest'età si è prossimi al deposito!"
Del
loro discorso mi è piaciuto tono e ironia del più anziano: si
paragonava a un mezzo pubblico che a fine giornata espone il cartello
"corsa limitata al deposito".
Mi
è piaciuto perchè mancavano accenni a dolori vari, a disgrazie, a
lamentele. Anzi era condito di umorismo.
Allora,
è possibile arrivare alla fine, conservando uno spirito ilare e
leggero?
Senza il solito cliche' del vecchio depresso e lamentoso, incapace di accettare la sua condizione, cioè incapace di vivere?
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre
2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del
bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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