Leggendo gli appunti.
(17-079)
Per scrivere questo
diario opero in questo modo: quando mi viene qualche idea, che
colleghi la mia vita alla vecchiaia o alla morte, mi scrivo un
appunto in un'agenda, per non dimenticare lo spunto. Poi nei giorni
successivi lo sviluppo in una pagina.
A volte accumulo numerosi
spunti prima di poter scrivere una pagina: così, prima di farlo,
seleziono lo spunto più interessante.
Oggi leggendo le mie note
mi sono accorto che negli ultimi giorni ho scritto:
- una giornata no, non trovo un documento, fatico a tener a bada le mie carte, sono demoralizzato
- sconforto, impotenza, rabbia per il declino, per la vecchiaia
- mi avvilisco quando mi accorgo di aver perso qualche abilità
Questi appunti descrivono
bene un altro aspetto della mia vecchiaia: quello della delusione.
Sì, perchè meditando su
ciò che mi capita, come vecchio, tendo a edulcorare i miei
sentimenti negativi di fronte alla decadenza. Tendo a presentare la
vecchiaia come una tappa importante della vita. Tendo a presentare me
stesso in modo positivo, razionale.
Cose senz'altro vere.
Ma non per questo è meno
vera l'arrabbiatura o lo sconforto quando perdo pezzi delle mie
capacità.
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre
2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del
bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:
holgar.pd@gmail.com )
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