18 aprile 2017

Vecchiaia inoltrata (17-057)

Vecchiaia inoltrata. (17-057)
Nel giorno di pasqua, sono andato dai miei vicini, quasi novantenni, a far gli auguri.
Trovata la moglie, mi ha molto ringraziato. Ho accennato a volerli porgere anche al marito, ma la porta del soggiorno (dove lui dimora per gran parte del giorno) era chiusa e la moglie ha fatto un gesto per dire: “Non importa.”
Negli ultimi due anni il marito si è sempre più chiuso in se stesso, ha pochi contatti sociali, esce raramente di casa.
Da un punto di vista tecnico si potrebbe dire che è stato colto da depressione.

Nella vecchiaia molto avanzata succede che un po' di sordita, la lentezza nelle risposte, la ripetitività dei discorsi, isolino l'individuo sempre di più. Se si aggiungono difficoltà motorie, la frittata è fatta: i grandi vecchi perdono contatto col mondo circostante.
Inevitabile che subentri una depressione, grande o piccola a seconda dei casi.
Che isola ancor di più.

I vecchi avanzati diventano soggetti coi quali è difficile rapportarsi.
Così la gente tende a evitare contatti con loro. Se lo fa, li tratta da bambini o da disabili.
Il fatto è che, dopo gli 80-85 anni, si diventa letteralmente diversi.
E si dialoga facilmente fra persone della stessa lingua, cultura, capacità.
Quando alcuni di tali fattori vengono meno, il dialogo è più complicato.
Le altre generazioni tendono a evitarlo. E anche le generazioni molto anziane lasciano perdere.
Ma chi ne ha danno, sono gli anziani.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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