24 aprile 2017

Essere uomini fino alla fine (17-061)

Essere uomini fino alla fine. (17-061)
Talvolta mi indigno fortemente.
Un parente acquisito, appena diciottenne. Suo padre, ormai anziano (73 anni), è in fin di vita per un tumore in metastasi. È un industriale. Ricco.
Il giovane vive con la madre, perchè i suoi sono divorziati, dopo una lunghissima e aspra battaglia processuale. Fra padre e figlio c'è stato un raffreddamento a partire dai 14 anni. Negli ultimi anni non si sono visti più.
Avuta la notizia dello stato di salute del padre, il giovane si fa forza e gli telefona dicendogli di volerlo andare a trovare.
Dopo tutto è suo padre.
Dopo tutto la separazione fra padre e figlio non è stata voluta soltanto dal figlio (che comunque era adolescente, e il padre aveva una responsabilità ben maggiore).
Alla richiesta del figlio il padre risponde, testuale:
Se vieni per l'eredità, qui per te non c'è niente.”
Brutale, disumano, arido di cuore.
Vi sono attenuanti? La malattia, la vicinanza alla morte, la lunga contesa con la ex moglie, un figlio che ti ha rifiutato: possono bastare per essere così feroci?

Un vecchio in prossimità della morte deve riconciliarsi con la vita.
In fin dei conti ha vissuto una vita abbastanza lunga per esserne soddisfatto. Potrebbe diventare generoso. Potrebbe prendere lui l'iniziativa di voler vedere il figlio, di rappacificarsi, se non altro per lasciare il giovane in pace.
E invece ... schizzi di livore, rabbia, gelosia per la propria roba (che dopo qualche giorno ha lasciato per sempre).

Mi fa adirare questa mancanza di umanità che taluni conservano fino all'ultimo respiro.
Ma chi si credono di essere?

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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