L'esempio.*
(17-023)
Ho
scritto che i vecchi posseggono un prezioso patrimonio di conoscenze
ed esperienze.
Se non altro perchè hanno vissuto a lungo (e se non
sono proprio stupidi).
Eppure
le altre età (e la società nel suo insieme) non usufruiscono di
questo sapere.
Quando
avevo quarant'anni mio padre ne aveva circa settanta. Non ricordo di
aver valutato come importante la sua esperienza. Volevo far da solo e
così mi trinceravo dietro un giudizio di conservatorismo nei suoi
confronti. Non lo ascoltavo proprio.
Facendo
così grossi errori nella vita (me ne accorgo adesso).
Ora
mi lamento che le età giovani non si avvalgono delle competenze dei
vecchi.
Ho
fatto anch'io lo stesso.
Forse
ha ragione Umberto Gallimberti quando sostiene che i giovani
l'esperienza devono farsela da soli e che i vecchi possono al
massimo prestare loro ascolto.
È
così?
Ripensando
ora a mio padre, sento che di lui mi è rimasto il ricordo
dell'impegno che metteva nel lavoro. Lo voleva fare bene. Così anche
alcuni altri zii: svolgevano con cura, passione e inventiva i loro
lavori.
Ciò
che noi vecchi possiamo trasmettere è l'atteggiamento verso la vita.
E,
prima ancora di altri valori, l'impegno e la coerenza.
Le
nostre valutazioni sulla vita, le nostre conoscenze, le nostre
esperienze non le comunichiamo coi discorsi, ma con l'esempio.
Possiamo
trasmettere ciò che siamo, non ciò che diciamo.
Ciò
vale per i figli.
Coi
nipoti possiamo trasmettere molto di più con le parole, possiamo
letteralmente insegnare loro un mucchio di cose.
Temo
però che nei loro ricordi resterà la nostra attenzione nei loro
confronti, l'affetto con cui li trattiamo, la comprensione e
l'accoglienza.
Non
le nostre parole.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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