16 febbraio 2017

Gli ultimi giorni (17-024)

Gli ultimi giorni. (17-024)
Una conoscente, ultranovantenne.
Ricoverata in ospedale per una emorragia interna. Una vena importante dell'addome non tiene più. È chiaro che è in fin di vita.
Data per spacciata, si è ripresa. E ora è in bilico fra vita e morte.
I figli sono più preoccupati per il protrarsi dell'incertezza che non della sua morte.
Età, varie patologie, scarsa autonomia fanno sì che tutti si aspettino la sua fine.
Come una liberazione.

Negli ultimi giorni di vita siamo un peso per molti.
La nostra dipartita è inevitabile: tanto vale sbrigarsi in fretta.
La prossimità e l'ineluttabilità della morte cambiano tutti i rapporti. Anche chi ci ha voluto bene, si augura che ce ne andiamo.
Nel loro cuore siamo già morti.
Sia perchè non c'è futuro per chi è alla fine della vita, sia perchè spesso si è di peso per i familiari, sia perchè i parenti più prossimi sono anziani anch'essi, con ridotte capacità ed energia.
È una contraddizione insanabile, la morte delle persone molto anziane, per quanto amate, è invocata.
La morte è un dovere, per chi è molto anziano.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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