Troppe
parole. (17-025)
Ho
visto in tv un documentario sulla società svedese.
Mi
ha colpito l'organizzazione dei loro corsi per immigrati.
E
i punti salienti delle abitudini svedesi che i corsi cercavano di far
comprendere ai nuovi arrivati.
Uno
su tutti: gli svedesi non amano troppe parole.
Se
devono rispondere affermativamente a una domanda preferiscono dire
semplicemente "sì" (una parola) e non "assolutamente
sì, certo" (tre parole), tanto per fare un esempio banale.
Quest'abitudine
svedese è un invito all'essenzialità. A non sprecare, neppure le
parole.
L'ho
collegato subito alla vecchiaia. Mi sembra un ottimo invito per chi è
vecchio.
Meno
parole significa meno protagonismo, meno impronte nella realtà.
Significa
vivere in punta di piedi. E allenarsi ad andarsene in punta di piedi.
Che
se ne fanno gli altri delle nostre inutili parole?
Mi
tornano in mente le parole di U. Gallimberti:
gli anziani più che
parlare devono saper ascoltare.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento