17 febbraio 2017

Troppe parole (17-025)

Troppe parole. (17-025)
Ho visto in tv un documentario sulla società svedese.
Mi ha colpito l'organizzazione dei loro corsi per immigrati.
E i punti salienti delle abitudini svedesi che i corsi cercavano di far comprendere ai nuovi arrivati.
Uno su tutti: gli svedesi non amano troppe parole.
Se devono rispondere affermativamente a una domanda preferiscono dire semplicemente "sì" (una parola) e non "assolutamente sì, certo" (tre parole), tanto per fare un esempio banale.
Quest'abitudine svedese è un invito all'essenzialità. A non sprecare, neppure le parole.

L'ho collegato subito alla vecchiaia. Mi sembra un ottimo invito per chi è vecchio.
Meno parole significa meno protagonismo, meno impronte nella realtà.
Significa vivere in punta di piedi. E allenarsi ad andarsene in punta di piedi.
Che se ne fanno gli altri delle nostre inutili parole?
Mi tornano in mente le parole di U. Gallimberti:  
gli anziani più che parlare devono saper ascoltare.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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