Pene
della vecchiaia. (17-003)
La
vecchiaia è varia.
Come la
vita.
Vi sono
vecchi che se la spassano alla grande, come vecchi che soffrono.
E non
solo per malattia.
Un mio
conoscente, appena entrato della terza età, ha un figlio disabile.
È già
una grande sofferenza.
In
aggiunta non potrà diventare nonno, per ovvi motivi. Non avrà
discendenti.
Gli
mancherà la gioia dei nipoti.
Il mio
conoscente sta bene di salute, i mezzi economici non gli mancano, ma
inevitabilmente comincia a farsi la domanda: chi si occuperà di mio
figlio, quando sarò morto?
Si
aggiunge una nuova fonte di dolore.
Certo,
potrà predisporre delle soluzioni tecniche ad hoc (una casa
famiglia, o una qualche altra forma di esistenza protetta), potrà
nominare un tutore legale.
Ma chi
si occuperà di quell'uomo ancora giovane, come un padre? Chi
potrà organizzare la vita del disabile, amministrare i suoi beni
perchè possa vivere tutta la sua esistenza in modo dignitoso?
Quando
vi è un'inversione dei ruoli il terreno frana.
Invece di essere il
figlio a occuparsi del padre quando sarà vecchio e inabile, dovrà
essere il padre a continuare a occuparsi del figlio.
E
dovrà farlo anche dopo la sua morte.
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre
2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del
bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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