29 gennaio 2017

Il mangiare dei vecchi (2) (17-015)

Il mangiare dei vecchi (2). (17-015)
Continuo il tema di ieri.
Il decalogo col quale ho sintetizzato la mia dieta è terrificante.
Rifiuta in pratica tutta la cucina della civiltà moderna e perciò la cultura umana tout court.
Del resto se si pensa all'uomo preistorico (paleolitico), questo mangiava.
Se si pensa agli scimpanzè, così mangiano.
Qui non mi interessa spiegare il perchè di questa dieta (l'ho già fatto nel 2015 e nel 2016), bensì come ci si arriva e i risultati. Soprattutto per i vecchi.
Sui risultati ho già scritto ieri.
È difficile attuare una tale dieta?
Non è difficile, è difficilissimo.
Il contesto nel quale viviamo non ci consente di cambiar dieta. Il cibo offerto nei negozi anche quando è di ottima qualità (e lo è raramente!) è sempre, come minimo, concentrato, acidificante, da cuocere, raffinato, industriale. E poi ci sono i condizionamenti familiari e quelli della cerchia degli amici. E la condizione di vecchio incide molto (" ...sono vicino alla morte tanto vale che almeno mi consoli con il cibo!").
Non c'è scampo. Bisogna possedere delle fortissime motivazioni.
Avere qualche malattia è un buon punto di partenza.
Dire che con questa dieta si guariscono tutte le malattie, non me la sento. E neppure che possa andar bene per tutti.
Ma: che si tratti di una dieta antinfiammatoria è evidente. Che sia piena di antiossidanti è palese. Che non introduca elementi estranei alla nostra fisiologia, anche.
I limiti: per ottenere dei risultati occorrono al minimo tre settimane. Ed essere abituati a osservare gli effetti del cibo sulla nsotra salute. 
Per convincersi che sia una buona dieta bisogna avere una grossa cultura in fatto di cibo. Perchè la prima a distogliercene è la mente (cioè la cultura dominante).
Un'obiezione comune: Perchè farla?
Per stare bene da vecchi. Età in cui quello che si mangia non scivola via come acqua fresca, ma lascia residui, appesantimenti, scorie che ci danneggiano.
Se si pratica la dieta comune nell'età giovanile o anche in quella matura, i danni sono limitati. 
In vecchiaia i danni sono molti.
Solo che nessuno ci ha insegnato a metterli in relazione col cibo.

Una grande privazione?
Sì, ma se per cinquanta, sessant'anni si mangiò in modo edonista senza quasi conseguenze, quando le conseguenze arrivano, della buona cucina si può conservare il ricordo e farne un uso saltuario.
Come con il sesso.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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