Morti. (16-185)
"Alcuni anni fa una
mia anziana paziente che viveva in una casa di riposo ebbe un
collasso. Il direttore dell'istituto chiamò una ambulanza e la fece
ricoverare in ospedale. La donna che aveva quasi novant'anni era
vedova e fragilissima. Forse per effetto del dibattito sulla
discriminazione nei confronti degli anziani [ricoverati in
ospedale] che allora infuriava, fu ammessa in una unità di cura
coronarica dove ricevette l'assistenza medica più sofisticata che si
potesse desiderare [...]. Dopo una settimena fu dimessa,
apparentemente in buona salute. Quando andai a farle visita, la
trovai piena di riconoscenza per la cura che si erano presi di lei,
ma profondamente sconvolta da un trattamento che le era parso del
tutto inopportuno. Mi spiegò che non solo suo marito, ma quasi tutti
gli amici e i conoscenti della sua generaqzione erano ormai morti,
che la sua scarsa resistenza fisica le impediva di fare quasi tutte
le cose che un tempo le davano gioia e che non aveva più alcun
desiderio di vivere ancora a lungo. Nessuno aveva chiesto il suo
parere o cercato di scoprire se la terapia efficace e pertanto
raccomandata per la sua patologia fosse, nel suo specifico caso,
appropriata.
Morì tre settimane dopo nel sonno."
Da Modi di morire
di Iona Heath, pag 13 dell'edizione Italiana.
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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