La morte di un figlio.
(16-180) (24/11/16)
Un ex collega di lavoro, più
che ottantenne, ha avuto la sventura della morte di suo figlio
(quarantenne).
La morte di un figlio, a
qualunque età (del genitore), è una tragedia.
Se il figlio è piccolo,
proprio perchè è piccolo.
Se invece il figlio è
adulto, perchè è un essere umano già formato.
Sempre di una vita
spezzata, si tratta.
Un augurio cinese suona
più o meno così: "Che muoia prima il nonno, poi il padre, poi
il figlio", indicando con ciò l'ordine naturale delle cose.
Se l'evento capita a un
genitore anziano, vi è un aspetto aggiuntivo (il dolore resta
uguale).
La morte di un figlio ruba il futuro all'anziano. Perchè
per un vecchio il futuro sta proprio nella vita della sua
discendenza.Tant'è che a molti sventurati genitori anziani viene la domanda: perchè non è capitato a me?
Se ci muore un figlio da
vecchi, perdiamo quell'illusione di immortalità che la presenza di
discendenti ci regala.
La morte di un figlio rende evidente la nostra morte.
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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