23 ottobre 2016

Vecchi soli (16-164)

Vecchi soli. (16-164)
Ho scoperto che nei paraggi di casa mia vi sono due anziani, maschi, che vivono da soli, (ognuno per conto suo).
Non conosco vecchie sole, invece, vicino a casa. 
Un caso?
Nella retorica con cui si avvolge la vecchiaia, si fa un gran parlare della solitudine dei vecchi (maschi e femmine). Viene dipinta la solitudine come un male, al quale le persone di buon cuore rispondono facendo visita agli anziani soli.
Capisco la cosa se un anziano non è più autonomo. Allora sì, la solitudine è un problema, perchè certe faccende hanno bisogno di aiuto. Anche semplicemente preparare i pasti (e mille altre cose quotidiane).
Ma se un vecchio (autonomo) vive solo, che male c'è?
Eppure anch'io, quando penso ai due vecchi soli, miei vicini di casa, sono sfiorato da un'ombra di tristezza. Pago un tributo al sentire dominante, oppure nella solitudine della vecchiaia c'è qualcosa di malinconico?
Certo, l'uomo è animale sociale.
Ma in tarda età sono già morti molti coetanei, i familiari più stretti hanno già formato una loro famiglia.
Risultato: la solitudine è inevitabile.
Sembra far parte costitutiva dell'ultima età di vita.

A meno che ciò che scatena il soccorso delle persone caritatevoli non sia l'anziano solo, bensì il vecchio maschio solo.
I maschi sono visti come più deboli.
Soprattutto in vecchiaia.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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