22 settembre 2016

Trasmettere* (16-147)

Trasmettere.* (16-147)
Domenica ho incontrato il mio giovane pronipote, prossimo ai diciott'anni.
Qualche tempo fa mi ero proposto di aiutarlo (vedi 16-111) a ... diventare adulto.
Non avevo chiaro che cosa fare. Avevo pensato a un elenco di letture da suggerirgli.
Poi avevo scelto di essere quello che sono, senza piani prestabiliti, senza elenchi di libri.
Cercando di dargli un distillato di cinquant'anni di vita cosciente.

Dunque l'ho incontrato.
Come al solito la realtà è diversa da quello che ci immaginiamo.
Ho scoperto che un libretto di fisica che gli avevo regalato sei mesi fa, non l'ha ancora letto. Era una buona sintesi di una delle materie fondamentali del suo corso di scuola superiore. 
Era il primo libro che mi figuravo potesse essergli utile.
Sapevo che aveva difficoltà nella lettura, fino al punto da ipotizzare una dislessia, almeno lieve. Pensavo però che, essendo bravo a scuola, l'avesse compensata.
Nel colloquio che abbiamo fatto, il discorso è finito sulla spiritualità. Mi ha fermato dicendo che non era interessato alla religione. Con pazienza gli ho mostrato come le religoni si siano impadronite della spiritualità, ma che l'anelito allo spirito è qualcosa che precede le religioni.
Mi è parso interessato. Mi ha allora chiesto che cos'è spiritualità.
Difficile rispondergli.
Gli ho detto che ha a che fare colle domande che l'uomo si fa (chi siamo, dove andiamo), col significato del vivere, col rapporto con la natura e gli altri esseri viventi.
Con la solidarietà, con i rapporti fra le persone.
Con l'etica.

Che cosa ho trasmesso?
Poco, ma qualcosa è passato. Almeno si farà delle domande.
Comunque so che è contento di questi incontri.
L'importante, nel trasmettere, è che qualcuno voglia ricevere.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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