Trasmettere.* (16-147)
Domenica ho incontrato il mio giovane
pronipote, prossimo ai diciott'anni.
Qualche tempo fa mi ero proposto di
aiutarlo (vedi 16-111) a ... diventare adulto.
Non avevo chiaro che cosa fare. Avevo
pensato a un elenco di letture da suggerirgli.
Poi avevo scelto di essere quello che
sono, senza piani prestabiliti, senza elenchi di libri.
Cercando di dargli un distillato di
cinquant'anni di vita cosciente.
Dunque l'ho incontrato.
Come al solito la realtà è diversa
da quello che ci immaginiamo.
Ho scoperto che un libretto di fisica
che gli avevo regalato sei mesi fa, non l'ha ancora letto. Era una
buona sintesi di una delle materie fondamentali del suo corso di
scuola superiore.
Era il primo libro che mi figuravo potesse essergli
utile.
Sapevo che aveva difficoltà nella
lettura, fino al punto da ipotizzare una dislessia, almeno lieve.
Pensavo però che, essendo bravo a scuola, l'avesse compensata.
Nel colloquio che abbiamo fatto, il
discorso è finito sulla spiritualità. Mi ha fermato dicendo che non
era interessato alla religione. Con pazienza gli ho mostrato come le
religoni si siano impadronite della spiritualità, ma che l'anelito
allo spirito è qualcosa che precede le religioni.
Mi è parso interessato. Mi ha allora
chiesto che cos'è spiritualità.
Difficile rispondergli.
Gli ho detto che ha a che fare colle
domande che l'uomo si fa (chi siamo, dove andiamo), col significato
del vivere, col rapporto con la natura e gli altri esseri viventi.
Con la solidarietà, con i rapporti
fra le persone.
Con l'etica.
Che cosa ho trasmesso?
Poco, ma qualcosa è passato. Almeno
si farà delle domande.
Comunque so che è contento di questi
incontri.
L'importante, nel trasmettere, è
che qualcuno voglia ricevere.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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