20 settembre 2016

Verso la fine* (16-146)

Verso la fine.* (16-146)
Il mio vicino, quasi novantenne, qualche settimana fa non è stato bene (vedi 16-125 e 16-127). Un certo male e gonfiore a una mano che lo rendeva incapace di afferrare gli oggetti ci ha costretto prima a chiamare la guardia medica (era ferragosto), poi ad andare direttamente in ospedale per delle analisi (ci ha costretto nel senso che ce ne siamo occupati in parte noi vicini).
La situazione, nei giorni successivi, è migliorata.
Ma non del tutto.
La moglie mi ha detto che è rimasta nel marito una certa qual apatia.
Uno stare senza far nulla, un rifiuto di qualunque tipo di azione.

Oggi ho rivisto la moglie e mi ha detto che la situazione è peggiorata: gli è tornato il mano alla mano e al braccio.
Mi sono chiesto come vivrà il mio vicino questo star male che non migliora, questo senso di indifferenza verso tutto: sarà abbattuto, depresso?
Impossibile che il vecchio non associ la sua situazione alla morte.
Questo stato prelude alla fine?
Chi lo vive sente di essere verso la fine?

Sono dispiaciuto per lui.
Ma per me, vecchio giovane, la sua vicinanza è di grande insegnamento.
Ho la fortuna di abitargli vicino, di sentire come sta, che cosa pensa.
Ho la fortuna di carpire qualche segreto del mistero che circonda gli ultimi tempi di una vita.
Non voglio fare lo sciacallo, ma è l'unico modo in cui si possa conoscere qualcosa dei momenti prossimi alla morte: osservarli in un altro.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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