Verso la fine.* (16-146)
Il mio vicino, quasi novantenne,
qualche settimana fa non è stato bene (vedi 16-125 e 16-127). Un
certo male e gonfiore a una mano che lo rendeva incapace di afferrare gli
oggetti ci ha costretto prima a chiamare la guardia medica (era
ferragosto), poi ad andare direttamente in ospedale per delle analisi
(ci ha costretto nel senso che ce ne siamo occupati in parte noi
vicini).
La situazione, nei giorni successivi,
è migliorata.
Ma non del tutto.
La moglie mi ha detto che è rimasta
nel marito una certa qual apatia.
Uno stare senza far nulla, un
rifiuto di qualunque tipo di azione.
Oggi ho rivisto la moglie e mi ha
detto che la situazione è peggiorata: gli è tornato il mano alla
mano e al braccio.
Mi sono chiesto come vivrà il mio
vicino questo star male che non migliora, questo senso di
indifferenza verso tutto: sarà abbattuto, depresso?
Impossibile che il vecchio non associ
la sua situazione alla morte.
Questo stato prelude alla fine?
Chi lo vive sente di essere verso
la fine?
Sono dispiaciuto per lui.
Ma per me, vecchio giovane, la sua
vicinanza è di grande insegnamento.
Ho la fortuna di abitargli vicino, di
sentire come sta, che cosa pensa.
Ho la fortuna di carpire qualche
segreto del mistero che circonda gli ultimi tempi di una vita.
Non voglio fare lo sciacallo, ma è
l'unico modo in cui si possa conoscere qualcosa dei momenti prossimi
alla morte: osservarli in un altro.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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