Nonni e nipoti.* (16-130)
Alcuni anni fa ho scritto che il
vecchio perde il ruolo sociale che gli dava il lavoro.
Cioè perde il riconoscimento che gli
altri gli danno per il fatto che sia attivo nella società .
Ho scritto che con l'arrivo dei nipoti
il vecchio riacquista un ruolo sociale, perchè si occupa di loro, li
cura, solleva i genitori da alcune fatiche nella gestione dei minori.
Insomma il vecchio nonno partecipa
concretamente alla società, né più né meno di quanto faccia una
maestra d'asilo o il genitore.
Questo “lavoro” non viene
riconosciuto, non dà né prestigio né sigillo d'appartenenza.
Ma è importante.
E non solo perchè supplisce a una
carenza di servizi della società stessa (in Italia i nonni sono
prolungamento della scuola, sia nelle emergenze sia nelle ore
e giorni di chiusura).
Soprattutto invece per l'opera di
educazione dei minori che saranno, entro alcuni anni, membri attivi
del contesto sociale.
I nonni possono essere ottimi
educatori. Possono trasmettere valori, conoscenze, principi civili,
ma anche sicurezza, affetto, appoggio: proprio ciò di cui ha bisogno
un bambino per diventare un adulto equilibrato.
E un adulto equilibrato contribuisce
positivamente alla società di cui fa parte.
Quanto meno non le crea intoppi e
(molto di più) perchè è capace di affrontare e risolvere
problemi del contesto sociale nel quale vive.
Queste idee dovrebbero essere presenti
nella mente dei nonni.
Potrebbero diminuire la fatica che noi
nonni facciamo nell'accudire i nipoti.
Fatica tanto più grande quando
diventiamo nonni da anziani o da molto anziani.
Tutto ciò non viene riconosciuto.
A volte nemmeno dai genitori.
Resta nella coscienza e consapevolezza
nostre.
Ma a noi basta.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per
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holgar.pd@gmail.com
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