26 agosto 2016

Nonni e nipoti* (16-130)

Nonni e nipoti.* (16-130)
Alcuni anni fa ho scritto che il vecchio perde il ruolo sociale che gli dava il lavoro.
Cioè perde il riconoscimento che gli altri gli danno per il fatto che sia attivo nella società .
Ho scritto che con l'arrivo dei nipoti il vecchio riacquista un ruolo sociale, perchè si occupa di loro, li cura, solleva i genitori da alcune fatiche nella gestione dei minori.
Insomma il vecchio nonno partecipa concretamente alla società, né più né meno di quanto faccia una maestra d'asilo o il genitore.
Questo “lavoro” non viene riconosciuto, non dà né prestigio né sigillo d'appartenenza.
Ma è importante.
E non solo perchè supplisce a una carenza di servizi della società stessa (in Italia i nonni sono prolungamento della scuola, sia nelle emergenze sia nelle ore e giorni di chiusura).
Soprattutto invece per l'opera di educazione dei minori che saranno, entro alcuni anni, membri attivi del contesto sociale.
I nonni possono essere ottimi educatori. Possono trasmettere valori, conoscenze, principi civili, ma anche sicurezza, affetto, appoggio: proprio ciò di cui ha bisogno un bambino per diventare un adulto equilibrato.
E un adulto equilibrato contribuisce positivamente alla società di cui fa parte.
Quanto meno non le crea intoppi e (molto di più) perchè è capace di affrontare e risolvere problemi del contesto sociale nel quale vive.

Queste idee dovrebbero essere presenti nella mente dei nonni.
Potrebbero diminuire la fatica che noi nonni facciamo nell'accudire i nipoti.
Fatica tanto più grande quando diventiamo nonni da anziani o da molto anziani.
Tutto ciò non viene riconosciuto.
A volte nemmeno dai genitori.
Resta nella coscienza e consapevolezza nostre.
Ma a noi basta.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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