Prostata. (16-129)
Ne ho scritto più volte. Forse mi
ripeto.
È la malattia della vecchiaia che non
riesco a contrastare con metodi di cura naturali (soprattutto il
cibo). Nell'ultimo anno si è ingrosstata ulteriormente.
L'urologo mi ha posto il problema con
durezza: o prendo i farmaci chimici che mi propone (finasteride) o
devo farmi operare.
Gli ho detto che ne avrei parlato col
mio geriatra.
Ha replicato che non ce n'era bisogno.
Non c'erano alternative: o finasteride o intervento chirurgico.
Sono andato in internet a
documentarmi. Si tratta di una molecola che è molto simile
all'ormone progesterone. Anzi si prepara a partire da quello. Ha
quindi un'azione potente sull'organismo.
Quattro questioni critiche:
1. per sapere se il farmaco funziona
su di me devo assumerlo per almeno sei mesi (!)
2. se il farmaco funziona devo
assumerlo per tutta la vita (!)
3. molti gli effetti collaterali,
anche gravi, su chi l'ha preso (studio condotto dopo 10 anni di
assunzione: effetti collaterali nel 6% di pazienti). Non li elenco,
ognuno può leggerseli in Wikipedia
4. non si sa bene come funzioni (è sì
un inibitore della 5-alfa-reduttasi tipo II ma non si conoscono le
ragioni biologiche di tale azione).
Un risultato importante è: il farmaco
evita l'intervento chirurgico nel 55% dei casi.
Sono perplesso. Assumere per tutta la
mia vita restante (10-20 anni) un farmaco che incide pesantemente
sull'equilibrio dei miei ormoni mi sembra assurdo.
Del resto evitare un'operazione è
positivo.
Che fare?
L'iperplasia prostatica da cui sono
affetto (e che non riesco a debellare) è un segnale:
sto perdendo il controllo del mio
corpo.
Tipico della vecchiaia avanzata.
Tipico della fine della vita.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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