25 agosto 2016

Prostata (16-129)

Prostata. (16-129)
Ne ho scritto più volte. Forse mi ripeto.
È la malattia della vecchiaia che non riesco a contrastare con metodi di cura naturali (soprattutto il cibo). Nell'ultimo anno si è ingrosstata ulteriormente.
L'urologo mi ha posto il problema con durezza: o prendo i farmaci chimici che mi propone (finasteride) o devo farmi operare.
Gli ho detto che ne avrei parlato col mio geriatra.
Ha replicato che non ce n'era bisogno. Non c'erano alternative: o finasteride o intervento chirurgico.
Sono andato in internet a documentarmi. Si tratta di una molecola che è molto simile all'ormone progesterone. Anzi si prepara a partire da quello. Ha quindi un'azione potente sull'organismo.
Quattro questioni critiche:
1. per sapere se il farmaco funziona su di me devo assumerlo per almeno sei mesi (!)
2. se il farmaco funziona devo assumerlo per tutta la vita (!)
3. molti gli effetti collaterali, anche gravi, su chi l'ha preso (studio condotto dopo 10 anni di assunzione: effetti collaterali nel 6% di pazienti). Non li elenco, ognuno può leggerseli in Wikipedia
4. non si sa bene come funzioni (è sì un inibitore della 5-alfa-reduttasi tipo II ma non si conoscono le ragioni biologiche di tale azione).
Un risultato importante è: il farmaco evita l'intervento chirurgico nel 55% dei casi.

Sono perplesso. Assumere per tutta la mia vita restante (10-20 anni) un farmaco che incide pesantemente sull'equilibrio dei miei ormoni mi sembra assurdo.
Del resto evitare un'operazione è positivo.
Che fare?

L'iperplasia prostatica da cui sono affetto (e che non riesco a debellare) è un segnale:
sto perdendo il controllo del mio corpo.
Tipico della vecchiaia avanzata.
Tipico della fine della vita.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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