31 luglio 2016

Promemoria (16-113)

Promemoria. (16-113)
L'ultimo dei miei zii è morto alcuni anni fa, a 93 anni, prima che io approdassi alla terza età. Avrei avuto in lui un buon maestro di vecchiaia. Purtroppo prima dei sessantacinque anni m'interessavo poco a quest'età. Così da lui ho imparato poco.
A posteriori, di tanto in tanto, mi vengono in mente alcuni suoi atteggiamenti, che ora connetto con la sua età avanzata e posso confrontare coi miei.
Mio zio aveva sempre sul tavolo di cucina un biglietto con un elenco di cose da fare.
A quei tempi ritenevo fossero delle note della spesa. Ho scoperto poi che erano lavori da fare, azioni da compiere.
Quest'abitudine ce l'ho, pari pari, anch'io.
L'ho presa perchè dopo i sessantacinque la mia memoria si è fatta più labile.
Per non dimenticare, ci si fanno dei promemoria (suscitando l'ilarità dei più giovani che letteralmente non capiscono).
Risposta adeguata a una delle prime perdite che avvengono a una certa età.
Simile all'uso del bastone, quando l'equilibrio vacilla.
L'uso di note, appunti, memorandum, non è tanto una questione di comodità.
È invece un modo per restare aderenti alla realtà.
Caratteristica della vecchiaia è perdere lentamente contatto con la realtà che ci circonda. 
È il modo in cui la natura ci abitua al distacco dalla vita. Sembra un bene dunque, visto in un'ottica profonda. Ma presenta delle difficoltà in quella fase in cui si è vecchi, ma si continua a vivere una vita attiva. Nella quale bisogna pur calarsi nel vivere quotidiano.
Benvenuti promemoria!


L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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