Promemoria. (16-113)
L'ultimo dei miei zii è morto alcuni
anni fa, a 93 anni, prima che io approdassi alla terza età. Avrei
avuto in lui un buon maestro di vecchiaia. Purtroppo prima dei
sessantacinque anni m'interessavo poco a quest'età. Così da lui ho
imparato poco.
A posteriori, di tanto in tanto, mi
vengono in mente alcuni suoi atteggiamenti, che ora connetto con la
sua età avanzata e posso confrontare coi miei.
Mio zio aveva sempre sul tavolo di
cucina un biglietto con un elenco di cose da fare.
A quei tempi ritenevo fossero delle
note della spesa. Ho scoperto poi che erano lavori da fare, azioni da
compiere.
Quest'abitudine ce l'ho, pari pari,
anch'io.
L'ho presa perchè dopo i
sessantacinque la mia memoria si è fatta più labile.
Per non dimenticare, ci si fanno dei
promemoria (suscitando l'ilarità dei più giovani che letteralmente
non capiscono).
Risposta adeguata a una delle prime
perdite che avvengono a una certa età.
Simile all'uso del bastone, quando
l'equilibrio vacilla.
L'uso di note, appunti, memorandum,
non è tanto una questione di comodità.
È invece un modo per restare
aderenti alla realtà.
Caratteristica della vecchiaia è
perdere lentamente contatto con la realtà che ci circonda.
È il
modo in cui la natura ci abitua al distacco dalla vita. Sembra un
bene dunque, visto in un'ottica profonda. Ma presenta delle
difficoltà in quella fase in cui si è vecchi, ma si continua a
vivere una vita attiva. Nella quale bisogna pur calarsi nel vivere
quotidiano.
Benvenuti promemoria!
L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento