Udito.
(16-013)
Ho
scritto molto sul nesso vecchiaia-malattie. La conclusione di questo
ultimo anno di diario è che non c'è nessuna necessità causale fra
i due soggetti.
Allora,
se non si muore di malattia, di che si può morire?
Di
vecchiaia.
Più
precisamente?
Si
muore perchè i meccanismi cellulari, metabolici e nervosi che ci tengono in vita
non funzionano più.
Ma
così, non è che la malattia ritorni in campo sotto altra veste?
No.
Un
conto è il degrado del sistema vitale dovuto ai molti anni vissuti.
Un
altro conto è il degrado anticipato e aggiuntivo, dovuto a
stili di vita patogenici.
Un
esempio è la sordità (ne scrivo perchè ne sono affetto).
La
mia sordità non è dovuta a perdita di sensiblità verso i suoni,
bensì a perdita di capacità di decodifica dei suoni stessi. Una
questione cerebrale. Inevitabile in alcuni vecchi. Un'infermità
legata ai tanti anni vissuti dal nostro cervello, che a un certo
punto funziona meno bene.
Ne
scrivo oggi perchè mi sto abituando.
Mi sto abituando a non capire
tutto quello che mi si dice. Mi perdo qualcosa dei discorsi. Una
frase, una parola perdute e tutto il discorso risulta
incomprensibile.
Mi
sto abituando, perchè mi sono stancato di chiedere di ripetere.
Mi
perdo un pezzo.
Amen.
Solo
che così ci si stacca un poco dagli altri.
Li
si ascolta meno.
L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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