26 gennaio 2016

Udito (16-013)

Udito. (16-013)
Ho scritto molto sul nesso vecchiaia-malattie. La conclusione di questo ultimo anno di diario è che non c'è nessuna necessità causale fra i due soggetti.
Allora, se non si muore di malattia, di che si può morire?
Di vecchiaia.
Più precisamente?
Si muore perchè i meccanismi cellulari, metabolici e nervosi che ci tengono in vita non funzionano più.
Ma così, non è che la malattia ritorni in campo sotto altra veste?
No.
Un conto è il degrado del sistema vitale dovuto ai molti anni vissuti.
Un altro conto è il degrado anticipato e aggiuntivo, dovuto a stili di vita patogenici.
Un esempio è la sordità (ne scrivo perchè ne sono affetto).
La mia sordità non è dovuta a perdita di sensiblità verso i suoni, bensì a perdita di capacità di decodifica dei suoni stessi. Una questione cerebrale. Inevitabile in alcuni vecchi. Un'infermità legata ai tanti anni vissuti dal nostro cervello, che a un certo punto funziona meno bene.

Ne scrivo oggi perchè mi sto abituando. 
Mi sto abituando a non capire tutto quello che mi si dice. Mi perdo qualcosa dei discorsi. Una frase, una parola perdute e tutto il discorso risulta incomprensibile.
Mi sto abituando, perchè mi sono stancato di chiedere di ripetere.
Mi perdo un pezzo.
Amen.
Solo che così ci si stacca un poco dagli altri.
Li si ascolta meno.


L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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