18 ottobre 2015

Altipiani (15-156)

Altipiani. (15-156)
La gente non sa niente della vecchiaia.
Quando ci arriva, si trova spaesata. Crede che, diventati vecchi, non ci sia più nient'altro che aspettare la morte.
E c'è chi fa solo questo.
Come quando si punta una monte da salire. Da lontano sembra che la vetta sia uniforme. Si pensa: si sale, si sale, si sale e si arriva in cima.
Non è così. 
Da vicino è tutto diverso. C'è la cima, ma ci sono contro-cime, separate dalla cima vera e propria da avvallamenti. C'è la cima, ma è distante. Prima, magari, c'è un lungo tratto di falsopiano.

La gente non sa niente della vecchiaia. Dovrebbe informarsi, ma non le importa.
Non le interessa, perchè dall'alto della pienezza della vita matura, si guarda con sufficienza sia alla gioventù che alla vecchiaia. Come se fossero vita scadente.
È un peccato, perchè la vecchiaia può essere lunga.
Può essere una parte importante della vita intera. Se dura vent'anni non si può pensare di passarla in modo inerte, passivo, senza progetti, senza valori.
Sicuramente è il compimento della vita: è un di più, non un di meno.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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