Altipiani.
(15-156)
La
gente non sa niente della vecchiaia.
Quando
ci arriva, si trova spaesata. Crede che, diventati vecchi, non ci sia
più nient'altro che aspettare la morte.
E
c'è chi fa solo questo.
Come
quando si punta una monte da salire. Da lontano sembra che la vetta
sia uniforme. Si pensa: si sale, si sale, si sale e si arriva in cima.
Non
è così.
Da vicino è tutto diverso. C'è la cima, ma ci sono
contro-cime, separate dalla cima vera e propria da avvallamenti. C'è
la cima, ma è distante. Prima, magari, c'è un lungo tratto di
falsopiano.
La
gente non sa niente della vecchiaia. Dovrebbe informarsi, ma non le
importa.
Non
le interessa, perchè dall'alto della pienezza della vita matura, si
guarda con sufficienza sia alla gioventù che alla vecchiaia. Come se
fossero vita scadente.
È
un peccato, perchè la vecchiaia può essere lunga.
Può
essere una parte importante della vita intera. Se dura vent'anni non
si può pensare di passarla in modo inerte, passivo, senza progetti,
senza valori.
Sicuramente
è il compimento della vita: è un di più, non un di meno.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento