I
dischi della mia vicina. (15-144)
La
mia vicina di casa (88 anni) mi ha chiesto se mi piace la musica
lirica. Le ho risposto che non era il mio genere preferito, ma che,
trattandosi di musica classica, potevo apprezzarla. Allora mi ha
offerto in regalo una ventina di suoi L.P. perchè: “Quando morirò,
finiranno nella spazzatura.”
E'
un modo per dar valore alle cose che abbiamo amato, ma che non
possiamo portare con noi, al momento della morte.
Un
anno fa (o più) ho scritto varie pagine sulla necessità, per i
vecchi, di distribuire tutto quello che hanno. Per non lasciare
migliaia di cose dietro di noi.
Mi ero anche riproposto di regalare
ogni giorno qualcosa, per finire la vita con pochi oggetti.
Non
ho mantenuto l'impegno, anche se l'idea mi sembra buona.
Scopro
adesso un altro risvolto nel gesto di regalare le proprie cose:
quello di perpetuare un attaccamento a quegli oggetti.
Desideriamo
che non vadano a finir male.
Desideriamo
essere noi a trovar loro una casa, piuttosto che finiscano in
discarica.
Se
non lo facciamo, altri si occuperanno di gettare tutto in una
discarica.
Lasciando
accadere così le cose, temiamo di finire anche noi in discarica.
Ma
è inevitabile.
Di
noi vecchi, dopo la nostra morte, resta poco.
E non certo le nostre cose.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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