Cervello.
(15-069)
Fin
dall'ingresso nella vecchiaia, ho dato per scontato il decadimento
fisico.
Meno,
quello mentale.
Quest'ultimo
l'ho legato soprattutto alla perdita di memoria. Che nei primi tempi
di questo diario mi pareva evidente.
Ora non
più. Mi sono abituato? Un po' sì.
Se ora
un termine o un nome non mi vengono in mente subito, mi sforzo e dopo
un poco quello che non ricordavo, arriva. Oppure non me ne curo più.
Insomma
ho fatto l'esperienza che anche a questo deficit si può porre
rimedio (o ci si può adattare).
E poi
più che di perdita di memoria si tratta di deficit di attenzione. Un
aspetto più sfumato della questione.
Dopo tre
anni la mia situazione: non mi sembra di aver perduto
facoltà mentali importanti. Ragionamenti complessi sono ancora in
grado di comprenderli (e di farli).
Un po'
di memoria l'ho persa, ma poca. Quella che resta basta e avanza.
C'è un
aspetto che invece mi preoccupa. Il non rendermi conto di cambiamenti
psichici importanti. Questi te li devono dire gli altri. Non sempre
lo fanno (per pudore o per sottovalutazione). E, se lo fanno, si tende a
negare le loro affermazioni.
Per
questo sono sensibile a quando gli altri mi scrutano. Mi mettono a
disagio.
Il mio
cruccio è: cambiare (in peggio) senza rendermene conto.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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