06 aprile 2015

L'età difficile* (15-051)

L'età difficile.* (15-051)
Quando ero un ragazzo gli adulti della mia famiglia talora mi dicevano:”Sei nell'età critica!”
Non mi piaceva questa affermazione. Avrei voluto un aiuto, che loro non erano in grado di darmi.
L'età era difficile: ricerca di autonomia, ormoni, che fare della vita. Eppure, se ben ricordo, ero pieno di vita. La vita sembrava offrirmi tutto ciò di cui avevo bisogno, pur nella situazione oggettivamente difficile. Mi affacciavo all'età della consapevolezza: problemi su problemi, senza strumenti (tutto era tremendamente nuovo per me, senza punti di riferimento, senza solidità psichica, senza esperienza).
Eppure avevo uno slancio vitale che mi faceva superare ogni situazione.
La vita giocava a mio favore.

Oggi sono vecchio. Sono nell'età del declino. Le altre età mi considerano di serie B. La vecchiaia non è interessante.
La vecchiaia è considerata un parcheggio in attesa della morte.
Non ha una sua dignità, quest'età. Quasi neppure un suo significato.
In più i vecchi tacciono.
Non sono in grado di spiegare agli altri le caratteristiche della loro età. 
Le difficoltà nuove, le sfide nuove, la complessità di questa ultima fase di vita.
E così i vecchi sono soli.
La vecchiaia è un'età di confine. Un'età sconosciuta.
Noi vecchi ci troviamo davanti a scenari inconsueti, a difficoltà crescenti.
Soprattutto con un'energia che va scemando.
Contrariamente all'adolescenza lo slancio vitale manca.
Allora la competizione avviene su piani più sottili.
Importa la solidità psichica, la certezza interiore.
La vecchiaia è l'avventura più complessa della vita.

È la vecchiaia la vera età difficile.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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