L'età difficile.*
(15-051)
Quando ero un ragazzo gli
adulti della mia famiglia talora mi dicevano:”Sei nell'età
critica!”
Non mi piaceva questa
affermazione. Avrei voluto un aiuto, che loro non erano in grado di
darmi.
L'età era difficile:
ricerca di autonomia, ormoni, che fare della vita. Eppure, se ben
ricordo, ero pieno di vita. La vita sembrava offrirmi tutto ciò di
cui avevo bisogno, pur nella situazione oggettivamente difficile. Mi
affacciavo all'età della consapevolezza: problemi su problemi, senza
strumenti (tutto era tremendamente nuovo per me, senza punti di
riferimento, senza solidità psichica, senza esperienza).
Eppure avevo uno slancio
vitale che mi faceva superare ogni situazione.
La
vita giocava a mio favore.
Oggi sono vecchio. Sono
nell'età del declino. Le altre età mi considerano di serie B. La
vecchiaia non è interessante.
La vecchiaia è
considerata un parcheggio in attesa della morte.
Non ha una sua dignità,
quest'età. Quasi neppure un suo significato.
In più i vecchi
tacciono.
Non sono in grado di
spiegare agli altri le caratteristiche della loro età.
Le difficoltà
nuove, le sfide nuove, la complessità di questa ultima fase di vita.
E così i vecchi sono
soli.
La vecchiaia è un'età
di confine. Un'età sconosciuta.
Noi vecchi ci troviamo
davanti a scenari inconsueti, a difficoltà crescenti.
Soprattutto con
un'energia che va scemando.
Contrariamente
all'adolescenza lo slancio vitale manca.
Allora la competizione
avviene su piani più sottili.
Importa la solidità
psichica, la certezza interiore.
La vecchiaia è
l'avventura più complessa della vita.
È
la vecchiaia la vera età difficile.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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