Colpe. (15-050)
Una conoscente ha una
madre pochissimo autonoma e molto anziana.
La accudisce sei mesi
all'anno, lasciando casa e recandosi al domicilio della madre, in
un'altra regione.
Per questo è stanca e
per di più è anziana anche lei.
Mi ha detto: “Mia madre
è fiaccata nel corpo, ma lucida nella mente e nella volontà.
Non ha nessuna intenzione
di morire.”
L'atteggiamento di questa
conoscente è di sostanziale colpevolizzazione dell'anziana, perchè
non vuol morire.
Capita che se un anziano
grava molto sulla propria famiglia e non dà segni di volersene
andare, i più giovani valutino come una colpa il ritardo della
morte.
Come se l'anziano si
abbarbicasse all'esistenza, rifiutando di passare a miglior vita.
Avanti negli anni
abbiamo la colpa di non morire.
Da vecchi, continuare a vivere
diventa una colpa.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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