Mordersi le labbra.
(15-037)
Mi sono morso le labbra.
Non in senso metaforico, bensì reale.
Me le sono morse due
volte nello stesso punto a distanza di pochi giorni.
Mi capita quando
ho fretta di mangiare. Quando sono preso da altro. Allora mangio in
fretta avendo la testa altrove. Mi capita anche quando sono affamato.
Cerco di mangiare in fretta per calmare la fame. Ma sono più attento
a ingurgitare cibo che non a masticare. Quindi mi distraggo. Non sono
concentrato sull'atto del mettere in bocca il cibo, di assaporarlo,
di masticarlo a dovere, gustandone la consistenza e gli aromi. Cerco
invece di incamerarne di più del dovuto, di farlo arrivare in fretta
allo stomaco, per calmare il senso di fame.
E così mi mordo le
labbra. O la lingua.
Quando mi succede, mi
sembra ineluttabile. Mi dico: i tessuti hanno perso elasticità, sono
più flosci, arrivano dove non dovrebbero. Cioè sotto i denti. Sono
rassegnato. Mi pare quasi una conseguenza della vecchiaia.
Non è così.
Quando mi mordo le
labbra, cerco di stare più attento a masticare. Rallento la velocità
del mangiare. Perchè mordersi dove c'è già una ferita è molto
doloroso.
Dunque non mordersi si può.
Ancora una volta mi
sembra che la vecchiaia mi inviti a prestare più attenzione.
A essere più cosciente
dei miei atti.
A diventare più
consapevole.
Un buon risultato di quest'età.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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