Diversità. (15-038)
Una conoscente mi
racconta del padre, un po' più vecchio di me.
La moglie è morta quando
lui aveva 54 anni. Uno shock. Perdita del punto di riferimento.
Nel
giro di due anni ha collezionato tre episodi di ictus cerebrale.
Risolti senza danni, ma hanno lasciato comunque un segno, almeno
nella psiche. Successivamente un infarto. Salvato miracolosamente in
pronto soccorso, ha subito una operazione complessa di by-pass.
Ora sta meglio. Ma è malandato, evidentemente.
Un'altra conoscente, la
mia età. Diagnosi di cancro al fegato. Operata, ora è
convalescente. Tempi lunghi per il recupero. Minaccia incombente di
morte prossima.
Poi ci sono io, che mi
lamento della mia prostata.
Non ci sono paragoni, fra
noi tre.
Tre vecchiaie diverse.
La diversità sta nella
malattia.
La presenza o l'assenza
di malattie invalidanti segna la differenza fra le vecchiaie.
La vita precedente alla
vecchiaia determina inevitabilmente lo stato della vita ultima.
Mi piacerebbe che la vita
precedente fosse nelle nostre mani.
Temo che non sia così.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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