16 marzo 2015

Diversità (15-038)

Diversità. (15-038)
Una conoscente mi racconta del padre, un po' più vecchio di me.
La moglie è morta quando lui aveva 54 anni. Uno shock. Perdita del punto di riferimento. 
Nel giro di due anni ha collezionato tre episodi di ictus cerebrale. Risolti senza danni, ma hanno lasciato comunque un segno, almeno nella psiche. Successivamente un infarto. Salvato miracolosamente in pronto soccorso, ha subito una operazione complessa di by-pass.  
Ora sta meglio. Ma è malandato, evidentemente.
Un'altra conoscente, la mia età. Diagnosi di cancro al fegato. Operata, ora è convalescente. Tempi lunghi per il recupero. Minaccia incombente di morte prossima.
Poi ci sono io, che mi lamento della mia prostata.
Non ci sono paragoni, fra noi tre.
Tre vecchiaie diverse.
La diversità sta nella malattia.
La presenza o l'assenza di malattie invalidanti segna la differenza fra le vecchiaie.
La vita precedente alla vecchiaia determina inevitabilmente lo stato della vita ultima.
Mi piacerebbe che la vita precedente fosse nelle nostre mani.
Temo che non sia così.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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