L'nvecchiamento
psicologico.* (15-035)
Quando cominciai a
scrivere questo diario di vecchiaia, ero colpito soprattutto dalle
perdite che osservavo nel fisico. Che all'inizio sembravano
tante.
(O ero io che accentuavo
le perdite fisiche, ossessionato dal corpo che cedeva)
Pian piano mi sono
pacificato (rassegnato?) con questo aspetto inevitabile della
vecchiaia. Sono allora comparse all'orizzonte le perdite della mente.
Per esempio la memoria che diventa più labile, l'attenzione che
diminuisce, la lentezza nelle risposte. Ma anche la mente in qualche
modo fa parte del fisico: è il cervello che perde colpi.
Confesso che in tutta la descrizione (della mia vecchiaia,
s'intende!) ho trascurato l'aspetto psicologico. Perchè a me sembra
di essere lo stesso di vent'anni fa, come coscienza di me stesso. La
psiche mi sembra integra, immutabile.
Se rileggo le tre
pagine precedenti salta agli occhi che non è così.
Sono stato ingenuo: la
vecchiaia riguarda anche la psiche dell'individuo.
Mi era sfuggito.
L'invecchiamento
psicologico è più nascosto. Bisogna essere attenti per
coglierne i segni.
Ma c'è.
Basta analizzare battute
e barzellette che si fanno sugli anziani.
Sono messi alla berlina
comportamenti diversi che rivelano che anche la psiche
invecchia.
Da vecchi la psiche si trasforma.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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