Bambini! (15-042)
Salivo le scale con mio
nipote di tre anni per mano. Giunti al secondo piano (io abito al
terzo), mio nipote chiede se siamo arrivati. “No - gli rispondo –
qui abitano degli altri signori. Io e la nonna viviamo al piano
superiore.” Mi ascolta con attenzione e poi replica: “E tu dove
morirai?”
Dopo un momento di
sorpresa per la domanda assolutamente imprevista, gli dico:
“Non lo so. Non credo
che morirò qui, perche abbiamo intenzione di cambiare casa.”
La domanda era
oggettivamente spiazzzante. Non so se è stata innescata dalla frase
“... noi viviamo di sopra ...” in cui ho usato il verbo
vivere al posto di abitare. Non so quali altri pensieri
l'abbiano condotto a porsi un problema e quella domanda.
La domanda era
folgorante.
Sono tre anni che scrivo
di vecchiaia e di morte: non mi ero mai posto la questione.
Dove morirò? In che
luogo fisico, in che casa, in che camera da letto o d'ospedale?
Talvolta faccio delle
fantasie sulla mia vecchiaia e sulla mia morte; mai così
realistiche e concrete. Le considero evidentemente lontane e vaghe.
C'è voluto un bambino di
tre anni per porre la questione in termini corretti.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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