03 gennaio 2015

2015 (15-001)

2015. (15-001)
A trent'anni il mio orizzonte temporale era il 2000. Cioè un anno che desse dei confini al mio futuro. Allora pensavo che nel 2000 avrei avuto 54 anni, età ragguardevole, vista dai miei trent'anni. Pensavo anche che una vita dignitosa, non esagerata, poteva chiudersi a settant'anni. Non volevo vivere di più.
Passato il duemila, non mi posi orizzonti futuri, preso com'ero da un'impresa in cui mi ero lanciato.
L'orizzonte definito ricomparve successivamente quando mi caricai di debiti per l'impresa. 
Il nuovo orizzonte coincideva cogli anni in cui sanavo tutti i miei debiti e chiudevo l'impresa.
Ci sono.
Manca un anno alla chiusura dell'impresa e tre al pagamento di tutti i debiti.
Del tempo è passato. Ho quasi settant'anni. Sono arrivati dei nipoti. Posso ancora essere utile e attivo. Non penso più che potrei chiudere qua la vita. Mi serve altro tempo.

E dopo il 2018?
Ho orizzonti temporali vaghi. Uno potrebbe essere il 2026 in cui compirò ottant'anni, la speranza di vita della popolazione del mio paese (l'Italia).
Ma dopo di questo il tempo è agli sgoccioli.
Dopo vedo solo nebbia.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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