Questo diario. (14-220)
Mi è stato detto:
"Perchè nel tuo diario non scrivi di libri sulla vecchiaia? O
di idee di altri?"
E anche: "Sei
monotono, depressivo. Ti occupi troppo del lato materiale della
vecchiaia."
Il mio intento è quello
di scrivere solo di ciò che mi passa per la mente.
Senza inventarmi altro.
Voglio scrivere i miei pensieri. Senza abbellirli.
Scrivo per quello che
sono.
Non voglio sembrare
migliore, nè fare l'intellettuale.
E poi scrivo per me.
Se qualcuno legge ciò
che scrivo (come in realtà accade), ne sono contento solo se può
essere utile.
Scrivo per verificare
come cambia il mio pensiero, mentre mi inoltro sempre più nella
vecchiaia (ho ormai settant'anni).
Se aiuta qualcun'altro a
riflettere sulla propria vecchiaia, ne sono contento.
Se qualcuno mi scrive e
racconta la sua esperienza, ne sono felice.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
Plaudo alla libertà di scrivere "quel che passa per la testa" perchè lo trovo legittimo.
RispondiEliminaLo è anche dire "i vecchi" invece che "io vecchio"?
Non mi riconosco nelle tue descrizioni della vecchiaia, se non in parte, e non sempre, per quel che riguarda la questione fisica, di cui tanto ti occupi.
Il vecchio è solo corpo e sentimenti ed emozioni derivanti dal corpo?
In un bel libro uscito da poco Andreoli parla del corpo, e della sua malattia, della sua personale intendo, e fa una bella considerazione su che cosa sia il corpo senza l'io. Lo consiglio (il libro).
Ci sentiamo rappresentati solo dalla carne? Siamo quindi solo materia?
Da atea rispondo di no, ma rispondo per me, non per le vecchie, che forse legate troppo al corpo già da giovani, come sono costrette quasi sempre a fare le donne, finiscono per avere ogni riferimento di sè proprio sul corpo, tanto da martoriarlo, e quindi non amarlo, con interventi assurdi.
O sentirsi nulle perchè il loro corpo non è più gradevole.
Il mio essere atea mi permette di avere rispetto del mio corpo perchè mi rappresenta, rappresenta quell'io che è fatto di immateriale, che non si ossida e non teme la vecchiaia ma ne gode perchè fa esperienza e cresce, se ne nutre.
Mi ribello a essere quasi escludivamente corpo, come donna e come persona, perchè è così poco che nemmeno il mio cane ne sarebbe felice.
Lui che mette in campo il suo temperamento, il suo essere lui e non solo cane.
Se è un tuo diritto scrivere quel che ti passa per la testa, e del resto il blog è tuo, dai anche il diritto di commentare e questo mi prendo quando ti dico che ti leggo con tristezza perchè sembri perdere quella parte dell'esistenza che considero vitale.