Presunzione.
(14-138)
Noi
vecchi siamo presuntuosi. Almeno, io lo sono.
Siamo
vissuti a lungo, abbiamo così tanta esperienza da poter “asfaltare”
qualunque giovane. A questo punto diventiamo presuntuosi. Presumiamo
di avere la verità.
Ma
così non è.
Abbiamo
la nostra verità. Sacrosanta. Ma non è detto che valga per
tutti. E bisogna essere prudenti. Vi sono situazioni delicate,
diverse, che non rientrano nei nostri schemi.
Sono
stato qualche giorno in montagna. Nell'alberghetto, in cui soggiornavo,
vi erano altre due coppie. Eravamo in pochi nella sala da pranzo e
così la sera ci davamo qualche parola.
Una sera il discorso è
caduto sulla vecchiaia e sulla morte. Non mi è parso vero. Ho voluto
dire la mia.
Ho
ribadito che per un vecchio la morte non è dietro l'angolo. Che anzi
la vecchiaia è lunga. Che bisogna attrezzarsi per vivere
quest'ultima lunga tappa della vita.
Insomma
le mie idee. I toni erano scherzosi e il discorso è finito lì.
Il
giorno dopo ho parlato da solo con una signora che era presente la
sera.
E ho saputo.
Ho
saputo che il marito, presente la sera, è malato di cancro al
cervello. Da sette anni.
Un
lungo calvario di ospedali, operazioni, delusioni. Una prospettiva di
vita di pochi mesi, un anno al massimo.
Mi
sono sentito un inutile, saccente predicatore. Che raccontava le sue
ideuzze, derivate da una vita priva di difficoltà. Che nulla sa di
sofferenze, drammi, tragedie.
Mi
sono sentito inadeguato.
Le
mie idee nulla sono al confronto di vite vere.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
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