Epiteti
affettuosi. (14-137)
Ero
alla finestra. Ho sentito una persona, giù in strada, che dava un
saluto a un'altra, un po' distante. “Buongiorno, nonno!” sono
state le sue parole.
Era
chiaro che non fosse suo nipote. Era un appellativo per indicare un
conoscente molto anziano. Una forma scherzosa, ma affettuosa. Si
identifica l'anziano con la sua funzione principale: quella di avere
dei nipoti.
La
si usa quando è evidente l'anzianità del vecchio. Per dire, nessuno
mi si è ancora rivolto con questo epiteto. A me che sono ancora un
anziano giovane, sia pure già nonno.
Questo
vocabolo, nonno, è il riconoscimento di un'altra età, di una
certa fragilità, della perdità di ruolo sociale. L'anziano non è
più avvocato, geometra, impiegato. Ormai ha solo un ruolo di tipo
familiare.
La
stessa intonazione affettuosa mi pare che vi sia nella lingua russa,
dove gli anziani sono chiamati babuska (nonnino).
È
un modo gradevole di rivolgersi a noi vecchi.
Mi
piace.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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