25 luglio 2014

Farcela (14-146)

Farcela. (14-146)
L'altra sera ho visto in tv una trasmissione su Tiziano Terzani. Giornalista italiano, morto recentemente. Noto per i suoi servizi sull'Oriente.
E per il suo modo non convenzionale di affrontare malattia e morte.
Quando si rese conto di essere ammalato di cancro, si ritirò in solitudine sull'Himalaia. In realtà viveva in una casetta vicino a un'altra più grande, dimora di un vecchio saggio indiano. L'incontro fu proficuo per il modo di affrontare la malattia da parte di Terzani.
Rientrato in Italia, visse gli ultimi mesi accompagnato dal figlio. Quando il padre morì, il figlio gli scattò una foto.
Successivamente, avendo sentito parlare suo padre di quell'indiano, volle andare a incontrarlo. Portò con sé molte foto del padre, degli ultimi suoi mesi di vita, compresa la foto del dopo-morte, convinto che le avrebbe gradite. L'anziano saggio guardò distrattamente tutte le foto, ma quando vide quella di Terziani morto gli si illuminò il volto e disse:” Allora ce l'ha fatta!”
Strano commento. Era come il riconoscimento che Terziani avesse concluso la sua vita secondo quanto si erano detti i due vecchi nei mesi precedenti. 
In serenità. Nella comprensione.
La morte come ultima sfida. Come ultima impresa della vita. La più impegnativa.
Un modo molto diverso dal nostro di concepire la morte.
Molto più umano.
Spero di farcela anch'io.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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