30 marzo 2014

In cantina (14-64)

In cantina. (14-64)
Fra le sei e le sette del pomeriggio esco con i cani. Una passeggiata piuttosto lunga. Frequento strade poco battute dal traffico. Mi capita di passare sul retro delle case, dove si affacciano le cantine/garage delle abitazioni. Ne trovo alcune aperte, con i proprietari che vi si affaccendano in vari lavori. Se sono anziani, trafficano con bottiglie e damigiane. Di vino. Lavano bottiglie, le riempiono, magari le tappano con tappi di sughero, svuotano e puliscono damigiane e anche taniche da vino.
E' una consuetudine della mia regione. Andare a comprare il vino, in primavera. Nelle zone di buona produzione. In grosse quantità. 50 o 100 litri almeno, da bere poi tutto l'anno. Si va direttamente nelle fattorie. Si spuntano prezzi favorevoli. La qualità è buona. 
Fa parte della cultura del vino, presente nell'italia centro-settentrionale.
Cultura del vino! Mi vengono i brividi a pensare che poi tutto quel vino finisce nell'organismo di questi vecchi. Tradizione. Fino a chiamarla cultura.
Come se vi fosse una cultura dell'arsenico. O del cianuro. Una cultura di veleni. Sfortunatamente non si muore subito col vino. E così se ne beve a sproposito.
Due bicchieri a pasto, consigliano medici comprensivi.
Cioè 400 ml al giorno di vino.
Cioè 50 ml di alcol etilico al giorno.
Cioè 50 ml di veleno al giorno. Perchè l'alcol è un veleno.
Ma che senso ha tutto ciò?
Nessuno che spieghi i danni disastrosi che fa l'alcol?
Non si può.
Siamo i più grandi produttori di vino al mondo.
Per mantenere una tradizione roviniamo la vecchiaia di molti individui.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107.
La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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