In
cantina. (14-64)
Fra
le sei e le sette del pomeriggio esco con i cani. Una passeggiata
piuttosto lunga. Frequento strade poco battute dal traffico. Mi
capita di passare sul retro delle case, dove si affacciano le
cantine/garage delle abitazioni. Ne trovo alcune aperte, con i
proprietari che vi si affaccendano in vari lavori. Se sono anziani,
trafficano con bottiglie e damigiane. Di vino. Lavano
bottiglie, le riempiono, magari le tappano con tappi di sughero,
svuotano e puliscono damigiane e anche taniche da vino.
E'
una consuetudine della mia regione. Andare a comprare il vino, in
primavera. Nelle zone di buona produzione. In grosse quantità. 50 o
100 litri almeno, da bere poi tutto l'anno. Si va direttamente nelle
fattorie. Si spuntano prezzi favorevoli. La qualità è buona.
Fa
parte della cultura del vino, presente nell'italia
centro-settentrionale.
Cultura
del vino! Mi vengono i brividi a pensare che poi tutto quel vino
finisce nell'organismo di questi vecchi.
Tradizione. Fino a chiamarla cultura.
Come
se vi fosse una cultura dell'arsenico. O del cianuro. Una cultura di
veleni. Sfortunatamente non si muore subito col vino. E così se ne
beve a sproposito.
Due
bicchieri a pasto, consigliano medici comprensivi.
Cioè
400 ml al giorno di vino.
Cioè
50 ml di alcol etilico al giorno.
Cioè
50 ml di veleno al giorno. Perchè l'alcol è un veleno.
Ma
che senso ha tutto ciò?
Nessuno
che spieghi i danni disastrosi che fa l'alcol?
Non
si può.
Siamo
i più grandi produttori di vino al mondo.
Per
mantenere una tradizione roviniamo la vecchiaia di molti individui.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107.
La
sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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