04 ottobre 2013

Si cambia (366)

Si cambia. (366) 
Un conoscente, anziano. I figli si lamentano perché, dopo la separazione dalla moglie, è peggiorato. Meno comprensivo, meno comunicativo. Meno intelligente, se possibile. Si è messo a vivere una vita più elementare. I figli suggeriscono che in realtà questa è la vita che avrebbe sempre voluto fare. Era cambiato durante gli anni di matrimonio, perché la moglie lo aveva trascinato verso un livello superiore. Adesso è tornato quello che era. Quello che è sempre stato. Non ha voluto cambiare.
Io a quarant’anni dicevo che avevo fatto molto, in fatto di cambiamenti. Dicevo che volevo riposarmi. E fermarmi a vivere secondo la vita di quegli anni. Senza più cambiare.
Che ingenuità! Mi figuravo davvero che la vita fosse ripetizione di cose già viste, stasi,  immobilità. Senza più mutamenti.
Un quarantenne di mia conoscenza ha appena avuto un figlio. Anche lui si dibatte perché non vuole cambiar vita, rispetto a prima. Non ha capito che ci sono altri livelli da percorrere.
Che la vita sia cambiamento te lo dicono innumerevoli fatti, vicende, situazioni.
E’ così.
Se proprio non l’hai capito prima, quando entri nella vecchiaia diventa evidente.
La vecchiaia è l’ultima occasione per capirlo. 

Se non altro perché intravedi la vicinanza del cambiamento più grande. La morte.
La vecchiaia è l’ultima occasione per capire.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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