06 ottobre 2013

Non è giusto (367)

Non è giusto. (367) 
Ho litigato. Con mia moglie. Perché ho bisogno di molto tempo, anche per quel poco di lavoro che sto facendo. Come mi è capitato altre volte, ho deciso di lasciarlo. Non subito, perché ormai ho preso un impegno. Fra qualche mese.
Dipenderà dal carattere. Durante la mia vita mi è capitato di lasciare anche cose alle quali tenevo. Adesso da vecchio mi si ripresenta lo stesso quadro. Sono tentato di lasciare, di fronte a difficoltà (profonde, però).
Sto ripensando a questo, in queste ore. E mi sembra sbagliato.
Un vecchio, proprio perché la sua vita sta finendo, è più disposto a lasciare. Ha meno spinta interiore ad attaccarsi a un progetto. Ma è sbagliato. Per dignità. Per il valore da dare ai giorni che restano.
Se si lascia, i giorni futuri valgono poco. Hanno il sapore della rassegnazione. Mentre dovrebbero essere momenti di lotta. Non irragionevole, no. Non sto dicendo di voler guidare l’auto anche se non ci vedessi più per la vecchiaia. Ma una lotta equa, sì. Per ciò che è ancora possibile. Contro quel lassismo che ti prende da dentro e ti fa rinunciare.
Dare dignità anche agli ultimi anni.
Non morire anzitempo.
Morire da vivi e non da moribondi.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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