07 ottobre 2013

I dolori dei vecchi (368)

I dolori dei vecchi. (368)
Vecchiaia e dolori fisici vanno a braccetto. Non c’è vecchio che non ne abbia più d’uno.
E noi vecchi amiamo parlarne. A lungo. Con altri vecchi. Per confrontarli. Per raccontarci.
Da vecchi diventiamo i nostri dolori.
Dolori alle gambe, alle braccia, alle mani. Dolori di schiena, dolori ai piedi, alle spalle.  Dolori cervicali; dolori a varie articolazioni: anche, ginocchia, gomiti, polsi. Non c’è zona del corpo che non sia sede di qualche fastidio doloroso.
Le articolazioni si logorano, i muscoli si logorano, le vertebre, le cartilagini … A volte sembra che si logorino troppo presto. Ci sono vecchi che già a sessant’anni hanno dolori cronici. In questi casi ho il sospetto che il modo di vivere abbia avuto il suo peso.
Il dolore fisico cronico e incurabile sembra proprio sinonimo di vecchiaia.
Qual è il senso? C’è un senso?
In astratto potrei dire che il dolore mi rende cosciente del mio corpo. Da giovani il corpo non lo vediamo. Siamo tutt’uno con lui. Compenetrati. Impossibile vederlo.

Il risultato è che lo trascuriamo.
Da vecchi siamo più distaccati dal corpo. C’è separazione. Il corpo non ci segue più. 

Resta  indietro. Possiamo girarci a guardarlo.
I dolori hanno questo significato: renderci coscienti del corpo dimenticato.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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