06 settembre 2013

Quando gli altri ti guardano perplessi (340)

Quando gli altri ti guardano perplessi. (340)
Dal veterinario coi tre cani. Da solo. Terminata la visita, rimetto i guinzagli ai cani, pago e parlo col medico. Poi prima di uscire, rimetto mano al portafoglio per pagare. Di nuovo! Mi sono scordato di aver già pagato, non più di due minuti prima. Il veterinario, un quasi-amico mi guarda perplesso. Non si capacita che mi sia dimenticato così presto. Quasi mi aiuta coi cani mentre esco. S’immagina che sia in grave difficoltà.
Mi era capitato anche durante una visita medica specialistica. La dottoressa mi spiega la terapia. Poi mi osserva. Forse il mio sguardo era vuoto. Lei premurosa mi chiede se ho ben inteso i farmaci che mi ha prescritto. Anche lei mi guarda perplesso.
Sono i casi in cui gli altri ti guardano come un diverso. Si rendono conto che alcune abilità, normali fra gente normale, tu forse le hai perse. Restano senza parole. Forse temono un improvviso crollo.
La perplessità negli occhi degli altri è un segnale che sei diverso. Magari solo in quel momento, solo per un aspetto. Ma tu, vecchio, sei diventato diverso.
Impariamo dai loro occhi che stiamo diventando diversi.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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