22 settembre 2013

Lasciar perdere (355)

Lasciar perdere. (355) 
Quest’anno il lavoro è ancora diminuito. Mi dispiace. Non per il guadagno che cala, ma per le motivazioni che vengono a mancare. Chi me lo fa fare di impegnarmi solo per poche ore alla settimana? Mi è venuto il pensiero di rinunciare, dall’anno prossimo.
Anche tutti i miei tentativi di curarmi da solo, non danno i frutti che speravo. Mi arrabatto fra integratori, sali, diete, farmaci, stili di vita salutistici, con risultati scarsi. Ne vale la pena?
Per finire, gli sforzi per costruirmi lo ionizzatore d’acqua non hanno portato a grandi risultati.
Continuare? A che pro?
E’ un momento in cui ho la tentazione di lasciare. Di lasciar perdere. Di ritirarmi un poco.
I miei tanti anni mi inducono a interessarmi meno. A impegnarmi meno. A non perseguire più gli obiettivi con caparbietà.
Mi inducono a distaccarmi.
Proprio come nell’ultima fase della vita, poco prima di morire: il distacco.
Come diceva Elisabeth Kubler Ross, nel suo bel libro La morte e il morire, di tanti anni fa.
Lei lo chiamava dekathexis, parola greca che significa distacco definitivo.
Si vede che mi ci debbo preparare per tempo.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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