13 agosto 2013

Incidenti (317)

Incidenti. (317)
Un conoscente quasi coetaneo, sui settanta. Ama camminare in montagna. Sentieri, non scalate. Con la moglie. Sentieri non impegnativi. Non lo vedevo da un anno.
Incontro la moglie. Dopo i convenevoli, mi informo del marito. “L’anno scorso, poco dopo il nostro ultimo incontro, durante una camminata, è scivolato, sbattendo la testa. Si è rotto l’osso del collo. Fortuna che non eravamo molto lontani dal rifugio. Eravamo verso la fine della camminata. Comunque è dovuto intervenire l‘elicottero di soccorso.”
Mi allarmo. Mi informo meglio. Sta abbastanza bene. Ma effettivamente si è fratturato una o due vertebre cervicali. Operazione difficile, ma a buon fine. Ora vive con una placca metallica che tiene unite le due vertebre (così ho capito). Gira il collo con difficoltà.
Sono allibito. La mia età, la mia passione (le camminate). Un banale incidente. La sua vita è trasformata. Una grossa limitazione. Senza ritorno.
Poteva capitare anche a me. Tale e quale. Per di più sono uno che ama qualche rischio, in montagna. Anch’io qualche caduta l’ho fatta. Specialmente verso la fine della giornata.
Fragilità della vita umana? No, fragilità della vecchiaia.
E’ un limite della nostra età. Così come un po’ più di disattenzione, un po’ più di stanchezza verso la fine della giornata.
Noi vecchi siamo fragili. Ci rompiamo facilmente.
E non ci riaggiustiamo più.

Quando capiterà anche a me?

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com            )

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