18 luglio 2013

Il cane giovane (293)

Il cane giovane. (293)
Alcuni anni fa abbiamo preso un cane giovane. Lo regalava una famiglia che abitava in collina. Aveva l’abitudine di scavare sotto la recinzione per scappare dal giardino di casa e girovagare per ore a caccia di conigli selvatici, gatti eccetera.
Anche con noi scappava dal parco dove lo portavamo a correre. Passando fra i fori della recinzione, per andare in una zona boscosa attigua. Ma lo andavamo a riprendere quasi subito. Però da allora abbiamo cambiato parco. Nel nuovo parco ha smesso, perché è grande e c’è molto da scoprire.
Negli ultimi tempi ha ripreso a passare sotto la recinzione del parco e perlustrare una zona adiacente. L’istinto gli è rimasto.
E’ un cagnetto curioso. Esploratore. Gli piace l’avventura.
Il suo comportamento mi ha suggerito un’idea per la vecchiaia.
Noi vecchi siamo entrati in una nuova fase dell’esistenza. Cruciale, perché è l’ultima. Ci arriviamo avendo vissuto molto. Possiamo diventare esploratori di questa nuova vita. Viverla come un’avventura. Stare a vedere che cosa ci succede.
Un tempo si diceva: viverla consapevolmente. Termine abusato. Meglio dire: vivere con più presenza, con più coscienza.
E’ un modo diverso di vivere la vecchiaia. Invece di lasciarsi vivere, invece di annegare negli avvenimenti, tirarsi come in disparte e guardare, osservare quello che ci succede. Anche le perdite.
E’ un modo diverso di vivere. Lo possono fare anche i giovani o le persone di mezz’età. Ma non hanno i mezzi. Quasi sempre sono travolti dalla vita. Avrebbero bisogno di un distacco maggiore. Di disincanto.
Per noi vecchi è più facile. Possiamo dare meno importanza ai singoli avvenimenti.
Abbiamo vissuto molto.

(Un indice per argomenti delle prime 218 pagine del diario si trova a pagina 202.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com            )

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