23 giugno 2013

L'arrivo nella vecchiaia. (269)
Mia moglie lavora con persone giovani, dell'età dei nostri figli: quarantenni, più o meno. Questi giovani hanno dei genitori della nostra età. Appena entrati nella vecchiaia.
Si stupisce quando quei giovani raccontano dei loro genitori. La maggior parte sono inattivi.
Arrivati in vecchiaia, hanno finito il lavoro, sono andati in pensione. E si sono fermati. Escono poco. Nessun entusiasmo. Hanno perso interesse per la vita.
Eppure sono relativamente giovani. Se non sono malandati in salute, potrebbero fare molto. Potrebbero spassarsela. Invece niente. Con la fine dell'attività lavorativa, cessano tutte le passioni.
Il campione di persone è piccolo. Non posso generalizzare. Eppure questo è uno dei modi in cui si affronta la vecchiaia. L'inerzia. L'assenza di desideri.
La vecchiaia è una delle età della vita. Non finisce la vita quando si diventa vecchi.
In questi casi, sono benedetti i nipotini. Almeno si è in contatto con la vita, dovendo fare servizi per nuove vite appena nate.
Ma c'è una vita oltre i nipotini.
C'è ancora la vita da vecchi.
(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com ).

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