29 giugno 2013

La noia delle cose normali. (275)
Da vecchi alcune abitudini diventano insopportabili. L'ho detto a proposito delle feste di fine anno. E delle feste di compleanno, che ho deciso di non festeggiare più.
Insopportabile è anche la consuetudine della televisione. Spettacolo per lo più stupido.
Adesso mi sta venendo a noia la consuetudine di...mangiare. Capisco quanto sia assurdo.
Comincio a sentire come una schiavitù quella di dover mangiare ogni giorno, più volte al giorno. Poi mi viene fame e lo faccio. Ma ne sento la schiavitù.
Già da qualche anno mia moglie si era mostrata insofferente alla preparazione abitudinaria dei pasti. Lei è cuoca eccellente. Non si sottrae alla preparazione di piatti elaborati, di pranzi ricchi di portate.
Purchè siano eventi eccezionali, non più volte al giorno.
Quello che non sopporta è la stanca ripetizione del gesto.
Fortunatamente negli ultimi anni abbiamo scelto due regimi alimentari differenti, per cui io mi preparo i miei piatti e lei i suoi. Non gravo più su di lei.
Mi è venuto a noia il fatto di dover continuamente assumere cibo per poter vivere.
Di ciò non ci si rende conto, perchè la fame ci spinge a farlo.
Me ne sono accorto gli anni in cui ho sperimentato digiuni di una settimana.
Quanto tempo risparmiato fra pensare menù, acquistare, preparare, spreparare, gettar rifiuti! Che libertà!
In questi ultimi anni quello che sopporto poco è l'obbligatorietà del preparare. Del non poterne fare a meno.
Che sia inevitabile, da vecchi?

(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com ).

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