Imprese. (249)
Ieri mattina stavo
uscendo dal parco con i cani. Seduto sui gradini di una tribunetta,
che dà sul campo di calcio, c'era un vecchio che trafficava con un
sacchetto di plastica. Ho osservato le sue mani, passandogli
accanto. Un po' tremanti, si ingegnavano a stringere un nodo. L'ho
anche guardato in volto. Sicuramente vecchio. Sui settanta,
settantacinque.
Si è alzato e mi
ha dato la parola sui cani. Un impegno, mi diceva. Poi ha parlato di
bocce. Era lì per quello. C'era un incontro ad alto livello fra
squadre che venivano da fuori città e regione. Tesseva le lodi dei
campioni che partecipavano alla competizione.
Non era della mia
città. Veniva da una città vicina. Distante una trentina di
chilometri. Poi, con naturalezza, mi ha detto che era venuto in
bicicletta. Accidenti! Sono rimasto sorpreso e ammirato. Non me lo
sarei aspettato, perchè mi sembrava anche incerto nel camminare.
I vecchi
stupiscono. Sono capaci di imprese che i più giovani non si sognano
neppure. Le forze vanno dileguandosi? Non importa, fanno ugualmente
quello che facevano da giovani.
Un po' incoscienti,
un po' coraggiosi.
Non impreparati,
però. Quel vecchio mi mostrava la cartina stradale che aveva seguito
per arrivare fin lì. E si era anche perso, nella periferia della mia
città!
Un'umanità
sorprendente quella dei vecchi.
Tutta da scoprire.
(L'indice per
argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni
private: holgar.pd@gmail.com
).
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