Il mio cane vecchio
ha un padrone vecchio. (271)
Il mio cane mi
parla. Per via telepatica.
Mi ricorda quando
era giovane e rincorreva le palline da tennis che gli lanciavo. Non
le riportava. Amava tenersele. E masticarle a lungo. Non riuscivo a
riprenderle. Allora ne lanciavo un'altra. E mollava la prima. Ne
portavo via un sacchetto intero. Anche la cagna giocava con la pallina. Ma il cane la prendeva sempre per primo. Dovevo
lanciarne due per volta.
Mi ricorda quando
io e mia moglie ci mettevano distanti una ventina di metri e chiamavamo i cani con la promessa di un biscotto. Così facevano la
spola da un padrone all'altro, correndo a più non posso.
Mi ricorda quando
lo portavo lungo il fiume. O in altri piccoli parchi disseminati nel
quartiere.
Mi ricorda quando lo portavo al mare.
Mi ricorda quando lo portavo al mare.
Non faccio più
queste cose. Il mio cane è diventato vecchio.
In realtà sono io che sono diventato vecchio.
(L'indice per
argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni
private: holgar.pd@gmail.com
).
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