12 maggio 2013

Pecos Bill. (228)
Un collega padrone di cane. Chiacchierone. Sicuro del fatto suo. Un po' ruvido.
Ci vediamo ogni mattina al parco. Sta entrando nella vecchiaia (65 anni). Ancora giovane, come vecchio. Ma un po' malandato. Cammina lentamente. Appesantito.
In autunno ha cominciato a lasciarsi crescere la barba. Naturalmente bianca. Per fare babbo Natale col nipotino, diceva. Passate le feste, la barba è rimasta. In più sono cresciuti i capelli. Bianchi. Cresciuti molto. Fino ad arrivargli quasi sulle spalle.
Evidentemente gli piace. Una scelta.
Dal di fuori, appare inopportuna. Non gradevole. Esibizionista.
Che cosa spinge un vecchio a fare alcune scelte, come questa? Scelte da giovani, che non si è più.
Manca la misura. Il senso di opportunità.
E' ancora presente la voglia di imporsi all'attenzione.
Manca la dimensione del ritirarsi.
Quel tale assomiglia ai cow boy dei fumetti. Capelli lunghi e barba. In questo caso bianche.
Proprio come Pecos Bill.*

(ricordo male il nome: quello con barba e capelli lunghi era Buffalo Bill!)
(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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