Pecos Bill. (228)
Un collega padrone di cane.
Chiacchierone. Sicuro del fatto suo. Un po' ruvido.
Ci vediamo ogni mattina al parco. Sta
entrando nella vecchiaia (65 anni). Ancora giovane, come vecchio. Ma
un po' malandato. Cammina lentamente. Appesantito.
In autunno ha cominciato a lasciarsi
crescere la barba. Naturalmente bianca. Per fare babbo Natale col
nipotino, diceva. Passate le feste, la barba è rimasta. In più sono
cresciuti i capelli. Bianchi. Cresciuti molto. Fino ad arrivargli
quasi sulle spalle.
Evidentemente gli piace. Una scelta.
Dal di fuori, appare inopportuna. Non
gradevole. Esibizionista.
Che cosa spinge un vecchio a fare
alcune scelte, come questa? Scelte da giovani, che non si è più.
Manca la misura. Il senso di
opportunità.
E' ancora presente la voglia di imporsi
all'attenzione.
Manca la dimensione del ritirarsi.
Quel tale assomiglia ai cow boy dei fumetti.
Capelli lunghi e barba. In questo caso bianche.
Proprio come Pecos Bill.*
(ricordo male il nome: quello con barba e capelli lunghi era Buffalo Bill!)
(L'indice per argomenti delle prime 218
pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private:
holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento