13 maggio 2013

Miele (il film). (229)
Uscito in questi giorni, l'ho visto ieri. Sono andato a vederlo perchè parlava di eutanasia. L'argomento mi interessava (ne ho trattato nelle pagine 222, 221, 201 e 54).
Non è un film sull'eutanasia. Comunque ne tratta. Ed è bene che se ne parli. Per non lasciare i nostri ultimi anni, quando saremo vecchi molto deboli, in mano di medici senza scrupoli. Che ti mettono il sondino gastrico per l'alimentazione forzata, senza chiederti se lo vuoi.
La giovane protagonista è una accompagnatrice di morte. Illegale. Procura il barbiturico letale, ti dà tutte le istruzioni, è presente al tuo decesso.
Non è un film sull'eutanasia perchè è un film sulla protagonista. La sua solitudine. La sua crisi di fronte a queste morti procurate.
Verso la fine dice:”Nessuno di quelli che me lo chiedono vuole realmente morire. Vorrebbero continuare a vivere, ma la loro vita è insostenibile”.
Mi corre un paragone con un altro film sul fine vita, Amour, uscito sei mesi fa, in cui l'eutanasia era violenta e lasciata nelle mani di un povero vecchio ultraottantenne.
In Miele almeno la morte non è traumatica. E' assistita, indolore.
Su tutto ciò è bene parlare, informarsi, riflettere.
Andate a vederlo.
Un bel film.

(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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