Miele (il film). (229)
Uscito in questi giorni, l'ho visto
ieri. Sono andato a vederlo perchè parlava di eutanasia.
L'argomento mi interessava (ne ho trattato nelle pagine 222, 221, 201 e 54).
Non è un film sull'eutanasia.
Comunque ne tratta. Ed è bene che se ne parli. Per non lasciare i
nostri ultimi anni, quando saremo vecchi molto deboli, in mano di
medici senza scrupoli. Che ti mettono il sondino gastrico per
l'alimentazione forzata, senza chiederti se lo vuoi.
La giovane protagonista è una
accompagnatrice di morte. Illegale. Procura il barbiturico letale, ti
dà tutte le istruzioni, è presente al tuo decesso.
Non è un film sull'eutanasia perchè è
un film sulla protagonista. La sua solitudine. La sua crisi di fronte
a queste morti procurate.
Verso la fine dice:”Nessuno di quelli
che me lo chiedono vuole realmente morire. Vorrebbero continuare a
vivere, ma la loro vita è insostenibile”.
Mi corre un paragone con un altro film
sul fine vita, Amour, uscito sei mesi fa, in cui l'eutanasia
era violenta e lasciata nelle mani di un povero vecchio
ultraottantenne.
In Miele almeno la morte non è
traumatica. E' assistita, indolore.
Su tutto ciò è bene parlare,
informarsi, riflettere.
Andate a vederlo.
Un bel film.
(L'indice per argomenti delle prime 218
pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private:
holgar.pd@gmail.com )
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