21 maggio 2013

L'aldilà. (237)
Arrivati vicino alla morte, i vecchi se lo chiedono. C'è un dopo?
Naturale. La paura della morte, il desiderio di continuare a vivere (sia pure in altro modo), l'istinto profondo di conservazione: tutto ci fa sperare di sopravvivere.
Non tutti reagiamo allo stesso modo.
Un anziano parente mi diceva: dopo non c'è niente. Ed era molto triste. La morte lo angosciava proprio perchè tutto finisce.
Mike Buongiorno (sì, proprio lui, il presentatore della TV italiana) diceva che non si doveva avere timore della morte, perchè è un passaggio. Raccontava che durante la seconda guerra mondiale era stato portato davanti a un plotone d'esecuzione. Poco prima della scarica, era uscito dal corpo. La sua anima era fuori! (Poi l'esecuzione era stata sospesa, ed era rientrato).
Libri che raccontano tutto ciò ce ne sono molti. Anche libri che raccontano l'inizio di un cammino entro un tunnel, verso una luce. Quelli per esempio di Raymond Moody a cominciare da La Vita oltre la vita, del 1975.
Saranno fantasie. Però...
Io ho la certezza che la vita continui. Certezza incrollabile. Che nasce da dentro. Non spiegabile.
Forse gli anni nei quali mi sono avvicinato allo spiritismo hanno lasciato il segno.
O forse mi sono avvicinato allo spiritismo proprio perchè avevo una certezza assoluta.


(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com ).

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