L'aldilà. (237)
Arrivati vicino alla morte, i vecchi se
lo chiedono. C'è un dopo?
Naturale. La paura della morte, il
desiderio di continuare a vivere (sia pure in altro modo), l'istinto
profondo di conservazione: tutto ci fa sperare di sopravvivere.
Non tutti reagiamo allo stesso modo.
Un anziano parente mi diceva: dopo non
c'è niente. Ed era molto triste. La morte lo angosciava proprio
perchè tutto finisce.
Mike Buongiorno (sì, proprio lui, il
presentatore della TV italiana) diceva che non si doveva avere timore
della morte, perchè è un passaggio. Raccontava che durante la
seconda guerra mondiale era stato portato davanti a un plotone
d'esecuzione. Poco prima della scarica, era uscito dal corpo. La
sua anima era fuori! (Poi l'esecuzione era stata sospesa, ed era
rientrato).
Libri che raccontano tutto ciò ce ne
sono molti. Anche libri che raccontano l'inizio di un cammino entro
un tunnel, verso una luce. Quelli per esempio di Raymond Moody a
cominciare da La Vita oltre la vita, del 1975.
Saranno fantasie. Però...
Io ho la certezza che la vita continui.
Certezza incrollabile. Che nasce da dentro. Non spiegabile.
Forse gli anni nei quali mi sono
avvicinato allo spiritismo hanno lasciato il segno.
O forse mi sono avvicinato allo
spiritismo proprio perchè avevo una certezza assoluta.
(L'indice per argomenti delle prime 218
pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private:
holgar.pd@gmail.com
).
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