Apprendere. (240)
I vecchi hanno piacere a imparare?
Dipende. Dal tipo di vecchio. Dal tipo di argomento.
Eppure la vecchiaia è fatta apposta
per insegnare. A vivere.
Quindi niente lingue straniere, giochi
di carte, settimane enigmistiche. In vecchiaia si impara la vita.
Si apprendono le cose fondamentali. I
significati. Si capisce il significato di ciò che ci succede. Il
significato profondo per la nostra vita, per il nostro essere.
Ti sei fatto male? C'è un significato.
Un affetto improvviso? C'è un senso. Una difficoltà nel lavoro?
Cercane il valore.
Non voglio dire che ogni singolo
avvenimento quotidiano porti con sé un senso nascosto. Se porto da
basso la spazzatura, questo non è ricco di significati (anche
se...).
Alcuni eventi (quotidiani) meritano
riflessione. Perchè sono porte che aprono a una comprensione. Di noi
stessi. Dei nostri comportamenti.
Del significato profondo della vita. Di
ciò che conta, di ciò che non conta.
Quelle volte che arriviamo al senso
profondo, proviamo gioia. Ci pare di non essere vissuti invano.
Questo ci insegna la vecchiaia.
Questo ci procura un piacere intenso.
Si racconta di un maestro orientale che
si recava di villaggio in villaggio. Contrariamente ad altri maestri,
non insegnava nulla. Si limitava a sorridere. E poi a ridere. E
ancora a ridere a crepapelle.
La risata era contagiosa e la gente che
incontrava si univa a lui nelle risate. E rideva, rideva, rideva. Poi
d'improvviso capiva. Capiva il senso della vita. E rideva ancora di
più. Perchè tutti gli affanni svanivano, di fronte al significato
compreso.
Cogliere il senso è la più importante
delle conquiste.
(L'indice per argomenti delle prime 218
pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private:
holgar.pd@gmail.com
).
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